venerdì 27 ottobre 2006

Le batterie incendiarie della Sony

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Lenovo richiama mezzo milione di batterie per notebook, Toshiba risponde con ottocentomila. Oltre sette milioni di batterie finora ritirate: Sony rischia grosso

Dopo i clamorosi fatti delle scorse settimane, venerdì l'ultima scoppola per Sony: Lenovo e Toshiba richiamano rispettivamente 526.000 e 830.000 batterie per notebook. Come per i ritiri precedenti di Dell e Apple, si tratta di accumulatori agli ioni di litio prodotti dal gigante giapponese.

Una sostituzione di massa di batterie per portatili, causa pericolo di incendio, potrebbe essere sfortuna. La seconda, molta sfortuna. Ma al quarto ritiro, per un totale che sfiora i 7 milioni e 400 mila esemplari, la sfiga c'entra poco: siamo di fronte a una delle peggiori figure nella storia della micro-elettronica.

Il problema è sempre lo stesso : impurità tra anodo e catodo degli elementi della batteria, permettono un corto circuito. Questo potrebbe causare il surriscaldamento del computer portatile o addirittura un incendio.

Danni per Sony, sia all'immagine, sia alle tasche. Il solo rimborso per Dell pare costerà parecchie centinaia di milioni di euro. Per questo la compagnia giapponese, alle strette, ha annunciato il suo ulteriore programma di richiamo di batterie difettose, indipendentemente dall'hardware che le ospita.

Come nel caso del rootkit, esattamente un anno fa, la corsa ai ripari è tardiva e forse insufficiente. Fin dall'inizio, ai primi di agosto, Sony ha minimizzato il problema, negando i pericoli che si sono poi confermati reali.

Questa tattica si è rivelata disastrosa, via via che i difetti emergevano nei forum dedicati e sulla stampa. I nomi dei produttori di notebook coinvolti e il numero dei richiami hanno mostrato al mondo le menzogne di casa Sony, che aveva cercato di etichettare i primi casi come "fortuiti e non replicabili".

Nemmeno i timidi tentativi di addossare la responsabilità sul produttore di PC di turno hanno prodotto risultato, visto che poi, a conti fatti, Sony si è dichiarata disponibile a rifondere i danni.

La botta d'immagine è pari a quella subita per lo scandalo rootkit, e la notizia delle batterie incendiarie ha fatto il giro del mondo. Nei voli aerei la batteria Sony è diventata lo spauracchio dei controlli all'imbarco e non sono poche le compagnie che l'hanno messa al bando, manco fosse Al-Qaeda.

La crisi della multinazionale nipponica non è più solo finanziaria e commerciale, ora investe, e in maniera pesante, l'aspetto tecnico.

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