lunedì 5 dicembre 2005

Tutti schedati, anche per colpa delle major

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I dati relativi a telefonate e collegamenti Internet di terroristi e di privati cittadini saranno conservati per almeno sei mesi. Creative Media Business Alliance appesantisce il carico.
Il consiglio dei ministri della giustizia dell'Unione Europea, svoltosi a Bruxelles venerdì 2 dicembre scorso, è giunto alla decisione che i Paesi membri dell'Unione dovranno conservare i dati relativi a telefonate e traffico internet per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a due anni.
La decisione si inscrive nel contesto delle iniziative prese per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Sarà possibile conservare esclusivamente informazioni di carattere generico (ad esempio chi ha telefonato a chi, su quale numero e a quale ora) ma non sarà possibile registrare il contenuto delle telefonate o dei messaggi di posta elettronica inviati.
Naturalmente tutto questo comporterà un lavoro decisamente oneroso per i provider internet e i gestori di telefonia fissa o mobile.
A complicare le cose ci sono anche le pressioni effettuate dalla Creative Media Business Alliance, che pretenderebbe di utilizzare i dati relativi al traffico internet allo scopo di individuare gli autori di illeciti penali relativi al file sharig attraverso servizi p2p. Secondo quanto riferito dalla Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica, infatti, la mancata coresponsione dei proventi alle case discografiche equivarrebbe a 150 milioni di euro negli ultimi quattro anni.
E' evidente che c'è qualcosa che non va. Il diritto alla comunicazione, alla segretezza della corrispondenza (e secondo una giurisprudenza solidamente consolidata, è corrispondenza anche quella inoltrata telematicamente, via fax o una semplice telefonata a voce, un SMS o quant'altro) sono tali non solo per quello che riguarda ciò che io dico, ma anche per quanto concerne a chi lo dico, in che modo, e tramite quale mezzo.
Il fatto che esistano delle precise esigenze di sicurezza nazionale e dell'UE non giustifica un tale accanimento sulle comunicazioni di privati cittadini, che potrebbero riguardare anche sfere di estrema delicatezza, come la salute personale o la sessualità. La proposta del Consiglio si comprende meglio se si tiene presente che la presidenza inglese dell'UE l'ha fortemente voluta in seguito agli attentati di matrice terroristica perpetrati a Londra nello scorso mese di luglio.
Esiste poi una contraddizione fondamentale: se io invio a un amico via posta elettronica un file MP3 contenente l'ultima canzone della star del momento mediante un file attachement commetto un reato. Ma, stando a quanto stabilito, ci si dovrebbe solo limitare a prendere atto del fatto che il giorno X io invio una mail a Tizio, non certo del fatto che un allegato (che in quanto tale è "contenuto", parte integrante della comunicazione) contiene quei determinati dati protetti. Punto e basta.
Il peso delle major è evidente, e gli obiettivi pure. Non si tratta di difendere un sacrosanto diritto degli autori a percepire il compenso per la propria opera, e nemmeno di combattere la pirateria musicale o cinematografica su un piano sistematico. Si tratta di conservare degli interessi (certamente cospicui, e altrettanto certamente mastodontici rispetto al diritto d'autore) e di colpire direttamente il p2p. Che, di per sé, è una tecnologia soltanto buona (chi mi impedisce di scambiare con altri le mie foto o i miei scritti?), ma che viene vista come il diavolo di turno in una ossessiva ed inquietante caccia alle streghe.
Bisognerebbe anche dire che usare i dati dell'antiterrorismo nei confronti di chi si scarica Eros Ramazzotti è come curarsi un brufolo in fronte con la ghigliottina. Ed è esattamente quello che stanno facendo.

giovedì 10 novembre 2005

Tutti contro il digitale terrestre

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Tutti contro il digitale terrestre

Il passaggio delle trasmissioni Tv sul solo digitale terrestre partirà solo in Val d'Aosta, mentre la Sardegna si tira fuori e crescono le polemiche.

[10-11-2005]

Renato Soru, Governatore della Sardegna
Renato Soru, Governatore della Sardegna

Il primo a sparare contro il digitale terrestre era stato Rupert Murdoch: in visita in Italia il mese scorso aveva cercato di convincere il suo vecchio amico e socio Silvio Berlusconi a introdurre un bonus per gli abbonamenti al ricevitore satellitare, come è stato rinnovato per il digitale terrestre nell'ultima Finanziaria.

Murdoch non è riuscito nell'intento ed è possibile che l'informazione di Sky, par condicio o meno, non sarà tanto tenera nei confronti del Cavaliere nei prossimi mesi; intanto Sky ricorrerà alla Unione Europea contro il bonus per il digitale, ritenuto un aiuto di Stato distorsivo della concorrenza.

Poi è arrivata l'interrogazione parlamentare, presentata negli scorsi giorni, dal deputato della Margherita Giorgio Merlo (giornalista Rai in aspettativa) sul fatto che la principale industria produttrice di decoder per il digitale terrestre in Italia sia di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi, quel Paolo Berlusconi già condannato recentemente per altre attività economiche: in questo caso un bonus finanziato con i soldi pubblici favorirebbe ancora una volta la famiglia del Premier.

Come se non bastasse, ci si mette anche il Consiglio d'Amministrazione Rai: un grave deficit del bilancio Rai bloccherebbe di fatto i necessari investimenti per permettere il passaggio in toto del segnale Rai dall'analogico al digitale.

Infine la dichiarazione di Renato Soru, Presidente della Regione Sardegna, all'inserto finanziario della Repubblica di lunedì 7 novembre, che rimette in discussione l'accordo tra Regione Sardegna e Ministero delle Comunicazioni per far partire nella regione (l'altra è la Val d'Aosta) il digitale terrestre.

Soru dice di aver chiesto che il decoder fosse subito di tipo interattivo (con la connessione a Internet); invece il digitale terrestre che si vuole avviare nella sua regione è di tipo vecchio, utile solo a ricevere i programmi tradizionali e al massimo far guadagnare Mediaset sul calcio.

Anche Soru non scherza in quanto a conflitti di interessi: è il padrone di Tiscali, uno dei maggiori Internet provider europei e italiani; ultimamente, si sono intensificate le voci di un interesse a rilevare la quota di Soru in Tiscali da parte di Murdoch.

Solo la piccola Val d'Aosta sembra non fare storie: è confermato per il 31 gennaio 2006 lo spegnimento del segnale analogico in Aosta e 26 comuni limitrofi.

Chi non scherza, però, sono le associazioni dei consumatori: non accettano che i consumatori siano obbligati a una nuova spesa per godere di un servizio pubblico essenziale e che il bonus sia previsto solo per un decoder a testa; in più sono solo 200 milioni di euro i soldi a dispozione e molti abbonati potrebbero non goderne.

Chi tace, per ora, è Tronchetti Provera: interessato a vendere La7, e molto più interessato a portare il digitale terrestre sui telefonini della sua Tim, ha già sperimentato con successo l'interazione via Gprs tra telefonino e digitale terrestre, che potrebbe essere la via italiana all'interattività televisiva, ancora più che Internet.

Anche il centrosinistra dovrà definire una posizione unitaria sul digitale terrestre, che ancora non esiste.

http://tentativi.blogspot.com/

giovedì 20 ottobre 2005

ALTRO CHE 892892

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Con Skype e un servizio di elenchi al telefono americano chiamare da internet gli USA costa zero.

Altro che 892 892 e vari servizi che hanno sostituito il servizio 12 di Telecom Italia. Negli Stati Uniti d’America esiste un servizio che fornisce numeri di telefono a richiesta, mettendo in collegamento il numero trovato senza alcun costo, né per il numero trovato, né per la chiamata connessa.

Skype, da alcuni mesi, permette di connettersi a costo zero anche ai numeri verdi riservato agli utenti americani. L’unione dei due servizi permette quindi di chiamare numeri presenti sugli elenchi telefonici americani senza spendere neanche un centesimo di euro.

Composto il numero 1800FREE411 (cliccando sul link si attiva Skype e parte la chiamata gratuita) si viene connessi con una voce registrata che ci chiede in quale stato americano e in quale città si trova l’abbonato che stiamo cercando e il cognome dello stesso. Una volta trovato l’abbonato, possiamo scegliere la connessione automatica al numero, sempre a costo zero.

 

 

martedì 27 settembre 2005

Licenziato per un'email

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Licenziato per un'email

A volte si pensa : che male c'è , invio questa e-mail a xxxxx per renderlo partecipe alle mie esperienze.

Ma se poi xxxxx la invia a yyyyy che la invia a zzzzz che la invia a .... si genera una di quei tam tam di internet involontari ma dannosi.

Attenti dunque ad inviare e-mail particolari , ecco qui cosa è accaduto ad un 22-enne americano :

Ha 22 anni Trevor Luxon, l'ultimo dipendente di Credit Lyonnais che si è licenziato dopoché un'email inviata ad alcuni amici è divenuta un passa parola via email su Internet.

L'email 'bollente'  ritenuta scandalosa raccontava di una bravata del giovane Luxon e di come una ragazza si era sessualmente avventata su di lui mentre lui era al telefono con la propria fidanzata...

Quando hanno saputo dell"email, i superiori di Luxon lo hanno sospeso dal lavoro e hanno indagato sull"accaduto. Nelle scorse ore una nota della banca ha fatto sapere che: "Il dipendente Luxon si è dimesso. Non ci saranno altri commenti".

La mail, ovviamente, continuerà a girare.

 

lunedì 26 settembre 2005

NUMERI 892: Una telefonata di cinque minuti può costare 10 euro!!

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Tempesta sui numeri 892, costi inaccettabili

Ancora sotto accusa i nuovi numeri di informazione telefonica promossi in una grande campagna pubblicitaria. Ma sono solo la punta dell'iceberg. Le mosse dei consumatori


Roma - Una telefonata di cinque minuti può costare 10 euro? La risposta affermativa a questa domanda la forniscono Movimento Difesa del Cittadino e Altroconsumo, che puntano il dito sui servizi telefonici con prefisso 892.

Non solo quello fornito dalla società
Il numero Italia srl, quel famoso 892.892 che da qualche mese imperversa negli spot televisivi e radiofonici, ma anche i servizi informativi legati al 892.412 di Telecom Italia e al veterano degli spot 892 424 (detto anche 89.24.24) di Seat Pagine Gialle.

È opportuno evidenziare che l'utilizzo di questi servizi di informazione, e il sostenimento dei relativi costi, può perlopiù essere evitato da chi grazie a internet è in grado di accedere ai servizi gratuiti reperibili su web (come ad esempio
www.paginebianche,it, www.info412.it, www.paginegialle.it). Ma, qualora non si disponga di un collegamento internet, questi servizi possono essere utili e necessari: per questo motivo è importante essere puntualmente e correttamente informati sulle tariffe praticate.

Altroconsumo ha
pubblicato un prospetto comparativo con i costi dei vari servizi. Movimento Difesa del Cittadino, con l'intenzione di fare chiarezza su qualità e costi e servizi offerti, nei primi due giorni di settembre si è impegnata in un monitoraggio sui tre servizi, effettuando da un telefono domestico privato circa 100 chiamate, chiedendo informazioni di vario tipo relativamente a uffici pubblici, ristoranti, officine, negozi.

Per quanto riguarda la qualità del servizio, l'esito della ricerca evidenzia che la durata media di una telefonata per ottenere l'indirizzo è stata di circa tre minuti. La percentuale di insuccesso, cioè di chiamate concluse con l'ottenimento di informazioni errate, è stata pari al 3,5%.

I costi rilevati da MDC sui tre servizi, che sono stati riassunti in un
alcune tabelle si sono rivelati piuttosto elevati, sebbene conformi alle tariffe stabilite dall'Authority: in alcuni casi superiori ai 5 euro per 3 minuti di conversazione, fino ad un massimo di 10 € per 5 minuti.

Il Movimento Difesa del Cittadino commenta così, in una nota, quanto emerso dalla propria inchiesta: "Tariffe appiattite verso l'alto, costi poco comprensibili dall'utente ed errori nelle informazioni". "A due anni e mezzo dalla Delibera dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Delibera N° 9/03/CIR) che ha liberalizzato questi servizi, non c'è una vera concorrenza perché i prezzi applicati dalle tre società sono al limite massimo stabilito dall'Autorità. Oltretutto, conoscere i costi delle chiamate non è facile, perché l'utente deve fare una seconda chiamata ad un numero verde. Il Movimento Difesa del Cittadino segnalerà questa inaccettabile situazione al limite del cartello".


CHI USA OPENOFFICE è ALL'AVANGUARDIA !

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Il Massachusetts taglia fuori Office

Lo stato USA chiede formati standard: Microsoft è automaticamente esclusa.

[25-09-2005]

Loghi sovrapposti a diverso contrasto
L'egemonia di MS-Office sta per sbiadire?

La riunione di settembre del Massachusetts IT Advisory Board, l'organo statale che si occupa delle tecnologie informatiche, ha formalizzato mercoledì scorso il documento programmatico, con cui lo stato si impegna a adottare gli standard XML per la documentazione che transita per gli uffici pubblici.

Il documento, nome in codice ETRM 3.5 (Enterprise Technical Reference Model versione 3.5), è stato completato dopo una lunga discussione. Esso rappresenta il culmine di un progetto ambizioso per promuovere l'uso di open source e standard aperti. Lo scopo è non solo risparmiare palanche, ma anche e soprattutto assicurare l'interoperabilità tra le varie agenzie.

Il Massachusetts ha scelto il formato OpenDocument, caldeggiato da un'organizzazione come OASIS, per tutti i documenti elettronici creati all'interno della struttura pubblica. Sebbene il progetto sia completo, è prevista un'ulteriore discussione prima della ratifica ufficiale. Comunque, dicono a Boston, "il board ha, tra i suoi poteri, quello di stabilire gli standard per i documenti elettronici creati dalle agenzie statali."

L'ETRM si applicherà soltanto ai documenti nuovi, la scadenza per la migrazione a programmi da ufficio compatibili è stata fissata al 1 gennaio 2007. Tra i software "approvati" ci sono Openoffice, StarOffice, KOffice, e IBM Workplace.

I più attenti avranno notato la singolare esclusione di Microsoft Office 2003, la suite di gran lunga più usata nel mondo, che non sarebbe accettabile secondo le nuove regole. Il motivo, per chi non lo sapesse, sta nella cocciuta determinazione di Redmond a non aderire ad alcuna norma internazionale, preferendo imporre i propri formati proprietari come standard di fatto.

martedì 13 settembre 2005

L'utente sa che non deve sbloccare il cellulare

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L'utente sa che non deve sbloccare il cellulare

Le precisazioni di 3: i clienti sono consapevoli che con l'acquisto di un telefonino a un prezzo fortemente scontato si impegnano a rimanere cliente dell'operatore per un certo periodo. Lo sblocco abusivo è un illecito.

In riferimento all'articolo Criminalizzazione di massa degli utenti di 3, 3 Italia desidera aggiungere alcune precisazioni, che volentieri pubblichiamo:

3 Italia ha deciso di entrare nel mercato italiano investendo sull'acquisto dei terminali UMTS da parte dei propri clienti, con l'obiettivo di ridurre le barriere all'ingresso.

In altre parole, ottengo un videofonino ad un prezzo fortemente scontato (lo pago circa 1/3 del valore di mercato) in cambio del mio impegno a rimanere cliente dell'operatore per un certo periodo di tempo. Di tutto questo, i clienti sono consapevoli:
- dalla pubblicità;
- dal contratto che viene adeguatamente illustrato prima della sottoscrizione;
- perché per aprire la confezione del videofonino devono rompere un sigillo che riporta correttamente queste informazioni.

Si tratta di una formula che non ha mancato di riscuotere un certo successo tra gli Italiani (4,5 milioni di clienti in meno di 30 mesi dal lancio), posto che per anni sono stati gli unici europei a pagare i cellulari a prezzo pieno, e che ha consentito di proporre l'UMTS al mercato italiano molto prima che nel resto d'Europa.

Lo sblocco abusivo del cellulare - ma non lo dice 3 Italia, lo dicono le procure di mezza Italia - è un illecito penalmente rilevante al quale si applicano gli articoli 615 ter c.p. (accesso abusivo a sistema informatico o telematico, che prevede una pena fino a 3 anni di reclusione - 5, in caso di aggravanti), 615 quater c.p. (detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici: reclusione fino ad 1 anno) e 640 ter c.p. (frode informatica: reclusione da 6 mesi a 3 anni).

Solo incidentalmente faccio notare che lo sblocco del telefono utilizza tecniche in tutto e per tutto simili a quelle utilizzate per modificare in modo ilegale l'IMEI, il codice che identifica in modo univoco un cellulare al di là della linea telefonica.

Questo vanifica il sistema messo a punto in Europa come deterrente contro i furti dei telefonini e basato su black list in cui proprio il codice IMEI permette di individuare un telefonino rubato, impedendone l'attivazione in rete grazie all'accordo fra gli operatori. Nello stesso modo, si rende impossibile l'intercettazione delle linee assegnate al telefono di persone oggetto di indagini giudiziarie, favorendo così la potenziale commissione di ulteriori,diversi, reati.

Che 3 Italia sia stata costretta a intervenire perché la società sia oggi "con l'acqua alla gola" o perché debba affrontare "un forte indebitamento" sono considerazioni piuttosto azzardate, tutt'al più giudizi personali che non discuto.

Gian Marco Litrico, 3 Italia
Direttore Relazioni Esterne e Rapporti con i Media

La truffa dei numeri 0878

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La truffa dei numeri 0878

Archiviata la numerazione 899, il pericolo per le bollette telefoniche sta diventando il 0878 per il televoto: la disabilitazione è possibile solo a pagamento.

Si è appena placata la tempesta delle polemiche legate agli addebiti per i dialer 899 in bolletta telefonica, senza che l'utente ne fosse consapevole, che scoppia l'emergenza 0878.

La numerazione 0878 è in genere utilizzata per il televoto nei programmi televisivi, ma in questo caso si tratta di addebiti per collegamenti Internet, che si realizzano in automatico attraverso programmi che si autoinstallano nel Pc. Gli addebiti possono arrivare anche a 200 euro.

La disabilitazione per questa numerazione si può richiedere a Telecom Italia ma costa 3,13 euro al mese; le associazioni dei consumatori chiedono a Telecom di offrire gratuitamente la disabilitazione permanente per gli 0878.

Agli utenti, in caso di addebiti ingiustificati, viene consigliato di inoltrare un reclamo scritto a Telecom Italia, inviandolo anche all'Autorità di Garanzia per le Comunicazioni.

Katrina, attenzione ai virus e alle truffe

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Katrina, attenzione ai virus e alle truffe

Circolano email che chiedono fondi per aiutare le vittime della Louisiana; ma attenzione, possono nascondere trojan o essere solo delle truffe
Lo sgomento e la solidarietà verso le vittime della catastrofe naturale che si è abbattu ta su New Orleans, la Louisiana e le altre regioni degli Usa, investite dall'uragano Katrina sono generalizzate e diffuse ma, purtroppo, c'è chi ne approfitta.

lunedì 20 giugno 2005

Se il peer-to-peer lo fa la Microsoft è legale !

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Avalanche: P2P da Microsoft

I ricercatori del “computer science lab” di Microsoft hanno sviluppato un sistema di filesharing peer-to-peer

I ricercatori del “computer science lab” di Microsoft hanno sviluppato un sistema di filesharing peer-to-peer presentato come innovativo e avanzato protocollo rispetto a quelli attuali come BitTorrent. I ricercatori affermano di aver ricreato, usando il nuovo codice di networking, tempi di download 20-30 percento più veloci rispetto a quelli degli applicativi che si basano sul codice lato server, e 200-300 percento più veloci dei sistemi di distribuzione privi di codifica.

Microsoft ovviamente evidenzia come la nuova tecnologia sarà sfruttata per condividere contenuti legittimi.

Il principio base del sistema, denominato "Avalanche", è simile a quello del famoso protocollo BitTorrent e si focalizza sul problema della distribuzione di files di grandi dimensioni su larga scala. Se i files in questione vengono suddivisi in parti più piccole è possibile distribuire queste parti ad un numero limitato di peers da cui poi partirà il processo di distribuzione successivo.

Il problema di questo tipo di approccio è che al crescere del numero dei client "riceventi" il traffico di coda diventa più complesso e l'intero processo si rallenta. Microsoft Research ha risolto questo inconveniente eseguendo un re-encoding di tutte le parti del file condiviso, così che ognuna di queste risulti una "combinazione lineare" di tutte le altre. I vari blocchi vengono poi distribuiti con un tag che descrive i parametri contenuti. Una volta che si è scaricato un certo numero di blocchi è possibile generare nuove combinazioni a partire da quelle disponibili e distribuirle ai propri peers. Un numero sufficiente di blocchi consente di poter ricostruire l'intero file originale pur non disponendo di tutti i blocchi distribuiti dalla persona che lo condivideva in origine.

I peers possono fare uso dei nuovi blocchi di condivisione, invece di attendere il download di particolari "chunks" mancanti. Questo si traduce nell'assenza di colli di bottiglia, dato che nessun blocco di sharing è più importante di un altro e in minore traffico di rete generale, dato che le stesse informazioni non devono viaggiare più volte avanti e indietro nella rete.

Microsoft ha reso disponibile un paper tecnico (PDF) in cui descrive la tecnologia.

E' un pò la stessa sorte che ha subito linux : i software gratuiti non fanno "mangiare" nessuno , ergo sono illegittimi o poco efficienti!!

Addio alla carta fotografica in bianco e nero

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Molto presto il mondo sarà solo a colori. La Kodak dice addio alla carta per stampare in bianco e nero. E così, dopo il fallimento della britannica "Ilford Imaging" e della tedesca "Agfa", gli altri due colossi del settore, si chiude un'epoca. E anche un modo di fare fotografia. Le ragioni della drastica decisione sono tecnologiche ed economiche. Troppo forte, infatti, la concorrenza e la diffusione delle nuove macchine digitali. Ma è soprattutto l'esigenza di far quadrare i conti a spingere la società di Rochester (New York) a terminare, dopo oltre un secolo, la produzione della carta per la stampa del bianco e nero. Nel primo trimestre 2005, Kodak ha perso 142 milioni di dollari, a causa di una robusta flessione nelle vendite di film e negli altri business chimici. Meglio allora tagliare settori ritenuti ormai obsoleti: sono stati chiusi gli stabilimenti brasiliani, annunciati tagli all'occupazione (15mila dipendenti in meno entro il 2007). Secondo la multinazionale americana, la domanda di fotografie in bianco e nero, sulla base dei dati a disposizione, segna attualmente una contrazione annua del 25%. Kodak ha finora puntato su film e pellicole tradizionali. Prodotti che ne hanno fatto la fortuna e che le hanno permesso di diventare la prima multinazionale nel mondo della fotografia. Prodotti che ora, però, rappresentano un limite alla sua espansione. Puntare sul digitale, quindi, è l'unico modo per poter rilanciare l'attività. Una decisione economicamente ineccepibile, ma la reazione degli appassionati del bianco e nero non sarà certo entusiasta.

giovedì 16 giugno 2005

Il cellulare in tasca mette a richio i genitali!?

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Viene dall'Inghilterra l'ennesimo allarme salute contro il telefonino. Portare il cellulare in tasca per gli uomini potrebbe rappresentare un pericolo e esporre le persone di sesso maschile al pericolo della sterilità. Tenere il cellulare vicino agli organi genitali, ridurrebbe del 15% il numero degli spermatozoi, compromettendo le capacità riproduttive. È il risultato di uno studio australiano pubblicato su Biology Letters, giornale della nota accademia scientifica britannica Royal Society. La ricerca è stata effettuata su un campione di 52 uomini tra i 18 e i 35 anni: in coloro che abitualmente mettono il cellulare in tasca, il numero degli spermatozoi per millilitro di seme si è ridotto di 10 milioni.
La notizia ha fatto il giro del mondo e racconta dell'ennesima ricerca sui presunti danni da elettromagnetismo sull'uomo. Lo scorso anno un'indagine simile condotta in Gran Bretagna aveva rilevato che il numero dei gameti maschili era calato del 29% negli ultimi dieci anni. Siamo ancora lontani dalla soglia critica della sterilità, ma se la tendenza rimanesse inalterata, i maschi che nasceranno a metà del prossimo secolo rischierebbero di essere classificati come sterili.

Io non esisto ! .azz... questa intelligenza artificiale

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Questa è la storia accaduta a Cecco A. il 10/6/2005 :

A metà di una promettente mattinata di un Venerdì 10 Giugno 2005 qualunque, la connessione internet si è improvvisamente interrotta, e non ha più voluto saperne di riattivarsi, lasciandomi quindi in balia della terribile "real life" e privandomi di tutte quelle risorse di cui io e soprattutto il mio lavoro non può più fare a meno.
Paralizzato quindi nel lavoro, e trovandomi come un pesce fuor d'acqua, con molta rassegnazione e pazienza mi accingo a chiamare l'assistenza di wind - infostrada, il mio provider, già sapendo, avendolo precedentemente e dolorosamente sperimentato sulla mia pelle, che l'operazione non sarebbe stata nè rapida nè semplice.
La prima strana difficoltà - inattesa e inascoltata premonizione del dramma che mi accingevo a vivere - è stato il fatto che per ben quattro - cinque volte ho telefonato all'assistenza tecnica di infostrada, ma invece che il servizio assistenza, mi rispondeva il servizio commerciale, che mi invitava a mettermi in contatto con l'assistenza. Del tutto inutilmente cercavo di spiegare che il numero che mi avevano invitato a comporre era appunto quello che avevo appena composto. Non mi credevano, non mi hanno mai creduto quei quattro cinque operatori che imperterriti mi dettavano lo stesso medesimo numero che con crescente ansia e angoscia digitavo. Uno di questi giungeva a chiedermi se la mia linea telefonica funzionava correttamente: gli rispondevo che, in effetti la linea non funzionava molto bene, e mentre parlavo con lui mi aiutavo con un po' di telepatia: l'ironia però non veniva apprezzata.Il quarto e il quinto operatore, poi, mi dicevano che il mio contratto era stato annullato, in un imprecisato tempo e per ancor meno imprecisato motivo.
E sino qui, una normalissima cronaca di quei quotidiane frustrazioni che sono tanto ingiuste e avvilenti quanto – ahimè – inevitabili e quotidiane, che di per sè non è certo degna nè di essere ricordata e tantomeno raccontata. Alla sesta telefonata, però succedeva qualcosa che nella mia pur banale vita, difficilmente dimenticherò: alla sesta telefonata – dicevo – e dopo circa tre ore di inutile girovagare tra un operatore e l'altro, mi sembra finalmente trovato l'interlocutrice giusta, che, pur non essendo dell'ufficio tecnico, finalmente ascolta il mio problema, forse mossa da compassione sentendo la mia voce incrinata ormai da una disperazione giusto a metà strada tra l'angoscia e il delirio. Dopo aver ascoltato la mia penosa storia, mi chiede di attendere in linea, cosa che faccio con molto rassegnata volenterosità, anche perchè non avevo fatto null'altro nelle precedenti tre ore. Dopo circa un quarto d'ora di estenuante musichetta, l'operatrice finalmente ritorna e dopo essersi scusata di avermi fatto attendere (facendomi così ulteriormente attendere) mi comunica con la più serafica serenità che io, almeno come utente internet di wind-infostrada, non esisto. Lì per lì, meravigliato ma nulla di più, faccio presente alla gentilissima signorina che io per anni, almeno cinque o sei, ho sempre navigato con loro, che ogni mese pagavo 69 e rotti euro per la connessione, che sino alle 10 di quella maledetta mattina ero lì a consultare la mia casella di posta che, ero sicurissimo, finiva con @libero.it.
La signorina, glaciale, mi ribadisce che, contrariamente alla mia fallace deduzione, io non sono un loro utente e che per navigare su internet avrò usato qualche altro provider, magari "alice" o "Telecom" (sic) invitandomi a rivolgermi a loro. Quello che mi sconvolge è che dalle espressioni usate, dai toni e dai modi, si percepisce benissimo che la interlocutrice non solo è convinta che io non sia utente infostrada, ma esclude in modo categorico e assoluto - senza che io riesca a capirne il motivo – che possa esserci un equivoco, un dato errato - che so – un guasto del sistema e non vuole più ascoltarmi, dicendo che era inutile che insista nel negare un dato incontrovertibile: io, semplicemente, non esistevo. L'angoscia incomincia a diventare sgomento e la perentorietà con cui l'operatrice mi parla, apre delle pericolosissime crepe nella mia coscienza ed autopercezione: con rabbia e disperazione ribadisco - arrivando questa volta a giurare sulla testa di mio figlio, - che sono un loro utente, da anni pago puntualmente le loro fatture e che già altre volte avevo telefonato al loro servizi e nessuno mi aveva mai contestato la mia mancata esistenza. Poi - mi sembra di aver trovato l'argomentazione decisiva - le dico che evidentemente il loro sistema non funzionava molto bene, tanto è vero che per cinque, sei volte avevo telefonato all'assistenza e mi aveva invece risposto il settore commerciale. La risposta è stata tanto sicura e perentoria quanto per me agghiacciante e mi ha frantumato il cuore: "il sistema la dirotta sul commerciale, proprio perchè si accorge (azz... questa intelligenza artificiale...) che lei non è un nostro utente e quindi non può usufruire dell'assistenza". Giuro che in quel momento ho incominciato davvero a pensare di essere vittima di uno dei primi sintomi dell'Alzheimer (non sto scherzando) ed ho incominciato a sudare freddo e a balbettare in modo davvero poco dignitoso "ma io non mento, io ho un contratto con voi, io ho la mia casella postale, io le giuro sono un vostro utente, perchè dovrei mentirle ? perchè ? Ecco, apetti, aspetti, ora le leggo il numero dell'ultima fattura, ho qui davanti a me il contratto, mi ascolti, per cortesia, mi ascolti".Il rimando è stato terribile: "Signore non insista, non posso stare più al telefono con lei, lei non è un nostro utente, e comunque per reclami telefoni al numero..."A quel punto i miei nervi cedono e le dico: "le passo la mia segretaria, lo dia a lei il numero io non sono più molto lucido". Passo il microfono alla mia eroica Susy, che ormai, credo, mi sopporta solo perché gli faccio pena, e appoggio la testa contro un armadio scoppiando a piangere senza alcuna dignità. Non so come, ne voglio saperlo la mia eroica segretaria dopo altre due o tre ore di telefonate è riuscita a contattare l'assistenza che mi richiamerà (se va bene) Lunedì prossimo ma, almeno, pare che la mia esistenza non sia stata messa in dubbio.In fondo basta poco per consolarsi.Cecco A.

Telefoni Cellulari e VOIP

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Sembra finalmente arrivato il giorno del matrimonio tra i telefoni cellulari e la tecnologia VoIP. Ad annunciare il 'lieto evento' è la società norvegese IPdrum, fornitrice di soluzioni VoIP, che ha presentato un software per telefonini capace di sfruttare il servizio offerto da Skype. La nuova funzionalità permetterà l'accesso in rete attraverso un comune cellulare, consentendo così di effettuare e ricevere telefonate via Internet.
Con l'utilizzo della tecnologià VoIP si potranno quindi effettuare chiamate gratuite in tutto il mondo, sfruttando una funzionalità capace di connettere il tradizionale sistema di telefonia con quella di tipo P2P (peer-to-peer). Kjetil Mathisen, CEO di IPdrum, ha affermato: "Gli utenti Skype necessitano oggi di sedersi davanti ad un Pc o di acquistare speciali telefoni cordless, con un modesto raggio d'azione. Proprio queste limitazioni del servizio Skype rappresentano potenzialmente un mercato enorme per le soluzioni offerte da IPdrum".


Secondo Jerry Pettersson, fondatore di IPdrum, si tratta di un cambiamento radicale per la telefonia mobile, così come la si intende oggi, e ciò comporterà un inevitabile ritocco dei prezzi da parte dei gestori tradizionali. "Proprio come Skype - afferma ancora Pettersson - ha cambiato il concetto di linea telefonica (PSTN), così IPdrum Mobile Cable rivoluzionerà l'intero sistema delle comunicazioni".
Come sottolineato da IPdrum, il nuovo servizio non necessiterà di telefoni speciali, di aree ristrette tipo "Hotspots" e dipendenti dalla disponibilità del WiFi, ma fornirà una serie di funzionalità accessibili a tutti, in ogni momento. Per funzionare, IPdrum Mobile Cable necessita di un telefonino sempre connesso ad un Pc (con installata la piattaforma Skype), attraverso un comune cavo USB. Il cellulare collegato al computer funge poi da tramite con un secondo telefonino, quello che l'utente porta con sè. Questo "ponte radio" consentirà così di ricevere ed effettuare telefonate al costo della sola chiamata tra i cellulari.
Come evidenzia Kjetil Mathisen di IPdrum: "Esiste ancora un costo per le telefonate tra cellulari, ma la maggior parte degli operatori offre già tariffe scontate per le telefonate locali tra numeri selezionati". IPdrum Mobile Cable sarà disponibile dalla metà di agosto ad un prezzo variabile tra i 50 ed i 66 euro.

Beethoven in MP3 legalmente scaricabile gratis

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Diritto d'autore e servizi gratuiti possono convivere anche senza il gioco dei sistemi anticopia.

La BBC sta offrendo gratuitamente sul proprio sito le sinfonie di Beethoven, in formato MP3 privo di protezioni. Le prime cinque sono state offerte nelle settimane scorse; le altre sinfonie verranno rese disponibili con lo stesso sistema dal 28 luglio prossimo. (Update : Poichè la BBC ha interrotto il servizio , allora provate questo link ... :-)
Ciascuna sinfonia viene messa sul sito per una sola settimana, per cui se la cosa vi interessa vi conviene segnarvi l'appuntamento (una volta scaricata la musica, potete usarla in eterno a scopo personale su qualsiasi dispositivo). Le sinfonie sono state eseguite dalla BBC Philharmonic, diretta da Gianandrea Noseda.
L'iniziativa fa parte di una sperimentazione più ampia avviata dalla BBC a maggio scorso, grazie alla quale molti programmi sono disponibili non soltanto in streaming, come fanno molte altre emittenti, compresa la RAI, ma addirittura in forma scaricabile e salvabile o come podcast: file che vengono scaricati sul computer e da lì trasferiti automaticamente (grazie all'apposito software) al vostro lettore MP3 portatile in modo che possiate ascoltarli quando e quanto vi fa comodo.
Considerato il baccano che fanno i discografici intorno al pericolo mortale rappresentato (dicono loro) dal download musicale, potreste chiedervi come può essere legale offrire Beethoven gratis. Certo, visto che lo fa un'istituzione come la BBC, sarà tutto in regola. Ma in che modo?
E' molto semplice. La musica di Beethoven è al di fuori del periodo di tutela del diritto d'autore (Ludwig è morto nel 1827). Per cui chiunque può suonare la sua musica senza pagare diritti. Questo, con buona pace dei discografici, non ha finora impedito a etichette come Deutsche Grammophon di fare un bel po' di soldini.
I soldini derivano dal fatto che restano i diritti d'autore sulle specifiche esecuzioni registrate della sua musica. Così, quando un'orchestra incide una sinfonia di Beethoven, la registrazione, ossia quella particolare interpretazione, è tutelata quasi come se fosse un'opera "nuova". Solo il titolare dei diritti su quella registrazione può distribuirla e venderla legalmente, anche se si tratta di una composizione sulla quale il copyright è scaduto.
E così la BBC ha pieno diritto di prendere un'orchestra e pagarla per farle suonare tutto Beethoven senza dovere nulla a terzi. Ha anche il diritto di regalare al mondo la registrazione (di cui è unica titolare), se così le va: è un'opzione spesso ignorata ma prevista dalle leggi sul diritto d'autore. Anche questo è un modo per promuovere la conservazione della cultura.
E' infatti interessante notare l'atteggiamento espresso dalla BBC con queste iniziative. La BBC è un ente finanziato esclusivamente dal canone, senza pubblicità, e non ha scopo di lucro. Il suo mandato non è fare soldi: è fare e diffondere cultura spendendo nel modo più efficiente i soldi del canone. Distribuire liberamente via Internet le proprie registrazioni di Beethoven in un formato universale come l'MP3 è semplicemente il modo più efficiente per diffondere la cultura della musica classica.
Qualcuno potrebbe obiettare che regalando le registrazioni delle sinfonie, la BBC sta affossando il mercato discografico e quindi va fermata. Ma la stessa obiezione si potrebbe fare per le biblioteche: permettendo a chiunque di scaricare -- pardon, leggere -- gratuitamente, come potranno mai sopravvivere gli editori?

mercoledì 15 giugno 2005

Phishing, nuovi attacchi ai clienti di banche italiane

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Banca Intesa di nuovo nel mirino, accompagnata stavolta da Unicredit e Banca di Credito Cooperativo. Le precauzioni da adottare.

Si ripetono i tentativi di truffare gli utenti dei servizi via Internet di banche italiane. E' infatti in corso un massiccio spamming di messaggi che sembrano provenire da Banca Intesa, Banca di Credito Cooperativo e Unicredit e chiedono di cliccare sull'apposito link, incluso nel messaggio, per visitare la propria banca e aggiornare i propri dati.
Il link è falso, nonostante le apparenze: infatti non porta al vero sito della banca, ma a un suo clone. Lo scopo, come al solito, è rubare i codici di accesso dei correntisti; la difesa, come altrettanto solito (ma è sempre meglio ricordarlo) è non cliccare mai sui link presenti nei messaggi, se promettono di portare a siti che maneggiano denaro.
Nel caso della Banca di Credito Cooperativo, l'e-mail tenta l'utente con la promessa di 100 euro:
" Caro cliente, Banca di Credito Cooperativo vi rimborsa per la vostra fedelta con 100 Euro. Prima di usare questo importo, dovete seguire il collegamento e usare il vostro Codice utente e parola d`accesso. Un operatore si mettera in contacto con voi per confermare l'importo."
Il link fornito nel messaggio, apparentemente proveniente da service@relaxbanking.it (ma il mittente è falsificato), sembra portare al vero sito della BCC, ma in realtà porta a una pagina-trappola ora rimossa e resa innocua tramite un avviso che informa (in inglese) della tentata truffa.
Identico il meccanismo per Banca Intesa: c'è il solito mittente falso e vengono promessi ancora 100 euro a chi clicca sul link-trappola, che è già stato bloccato e reca il medesimo avviso antitruffa in inglese.
Per Unicredit, invece, il messaggio-esca è in inglese, ma ripete lo stesso meccanismo: chiede di verificare il proprio indirizzo di e-mail cliccando sul link fornito e immettendo i propri codici d'accesso. Il link è accuratamente mascherato con ben tre redirezioni tramite Google e una obfuscation finale, comunque rivelabile tramite gli strumenti appositi di Samspade.org come un sito russo (http://huxvu0r.da.ru). Tuttavia il sito è stato bloccato e rediretto al vero sito di Unicredit: scelta piuttosto discutibile, dato che a questo punto l'utente che si è accorto della trappola è completamente confuso e non sa se è di fronte al sito vero o quello falso.
Lodevole la prontezza con la quale sono stati bloccati i siti-trappola; ma chiuso un sito, se ne riaprono altri, per cui la guardia deve restare sempre alta.
Quello che conta, visto che il fenomeno del phishing non sparirà certo molto presto, è non farsi prendere dalla paranoia. Non è il caso di smettere di usare i servizi bancari via Internet soltanto perché c'è chi tenta truffe grossolane e superficiali come il phishing. Va sottolineato, infatti, che nessuna delle banche coinvolte è stata violata da questi tentativi (al massimo è stato violata la sicurezza del singolo utente che ha incautamente abboccato).
Inoltre le precauzioni per eliminare questo problema sono banalissime: a parte un pizzico di buon senso per fiutare i sintomi del tranello, basta abituarsi a non cliccare sui link che sembrano portare a banche o altri siti che fanno muovere denaro. Quando volete visitare questi siti, digitate direttamente il loro indirizzo nel vostro browser (o memorizzatelo nei Preferiti).

martedì 7 giugno 2005

Arrivano i file Acrobat spioni

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Nuove funzioni del software Adobe consentono di tracciare la lettura dei documenti PDF. Rischio privacy per privati e aziende
Non è bello vivere in un mondo dove qualcuno può sapere cosa stiamo leggendo. E' ancora meno bello non sapere di essere sorvegliati nelle proprie letture digitali, e non sapere neppure chi sia il sorvegliante. E' una sensazione sgradevole a prescindere dalla riservatezza o delicatezza di quello che leggiamo.
Eppure è proprio quello che consente di fare la nuova versione del programma di lettura Acrobat Reader 7. Ogni volta che aprite un documento PDF usando questo software, l'autore del documento può esserne silenziosamente informato.
Le implicazioni di privacy sono abbastanza evidenti a livello individuale (il fastidio di essere spiati); sono forse meno evidenti quelle aziendali. Sapere esattamente chi ha letto un certo documento aziendale riservato può essere estremamente utile anche per commettere reati.
Poniamo, infatti, che un dipendente voglia dare a un giornalista le prove di un crimine perpetrato dall'azienda e documentato in un file PDF, che però è sorvegliato. Il giornalista apre il documento e inconsapevolmente allerta i criminali. La riservatezza della talpa viene devastata immediatamente, con tutte le conseguenze del caso, e i responsabili del crimine sanno di essere stati scoperti e hanno tempo in abbondanza per far sparire le prove.
Il controverso servizio di monitoraggio è offerto dalla società Remote Approach. Come racconta LWN.net, per creare un documento sorvegliato basta genera un normale file PDF e inviarlo alla Remote Approach, che ve lo rispedisce dopo avervi inserito del codice di sorveglianza.
Fatto questo, ogni copia distribuita del documento avviserà Remote Approach quando viene letta, comunicando l'indirizzo IP del computer del lettore. Secondo la documentazione di Remote Approach, i dati acquisiti includono, oltre all'indirizzo IP dal quale si può determinare l'ubicazione geografica dell'utente e l'eventuale sua appartenenza ad organizzazioni o aziende, il tipo di dominio (suffissi com, net, eccetera), il tipo di browser, di sistema operativo, il provider e l'ora locale del lettore.
La funzione di sorveglianza opera usando la porta 80 con protocollo HTTP, per cui è piuttosto difficile bloccarla senza bloccare nel contempo la navigazione in Rete.
Per fortuna la funzione è attiva soltanto con il reader Acrobat 7.0; se il documento PDF viene aperto con altri reader, la "cimice" non viene risvegliata. Kpdf, Xpdf e anche il vecchio Reader 5.0 di Adobe, sotto Linux, non fanno la spia; lo stesso vale per l'Anteprima in Mac OS X.
Stando alle analisi di LWN.net, la "cimice" è basata su Javascript, che è attivo per default in Adobe Reader 7. Per disattivare la sorveglianza è quindi necessario sapere che esiste questo rischio e provvedere manualmente a disattivare Javascript nel Reader, oppure usare un reader alternativo. I più abili potranno bloccare il traffico diretto al sito di Remote Approach oppure impedire ad Adobe Reader di accedere a Internet. I più drastici, invece, potranno scollegarsi da Internet prima di aprire i documenti PDF.
E' chiaro che una tecnologia che consente di sapere quante persone leggono un documento e di accumulare dati statistici sui lettori è estremamente positiva e preziosa per esempio per gli editori di libri elettronici, ma implementarla senza informarne il lettore comporta il rischio di abusi. Abusi peraltro facilmente evitabili da parte di Adobe aggiungendo una semplice finestra di richiesta di consenso prima di attivare la "cimice".

Attenzione al Registro Italiano Internet

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Una missiva sembra un modulo obbligatorio per la registrazione del proprio sito, ma è in realtà un'offerta pubblicitaria che può costarvi 858 euro.

Il logo sulla carta intestata somiglia molto, forse non a caso, a quello di Telecom Italia, e il nome ha un suono piuttosto ufficiale: Registro italiano in Internet per le imprese. Anche il tono della lettera è piuttosto perentorio: "Vi preghiamo di rinviare il modulo con i Vostri dati attuali... L'attualizzazione dei Vostri dati di base sarà eseguita anche se non passate alcun ordine".
Si tratta di una lettera che, a giudicare dalle numerose segnalazioni dei lettori, sta arrivando a molti intestatari di siti Web aziendali italiani, col risultato è che chi la legge poco attentamente rischia di scambiarla per un modulo di registrazione obbligatorio, quando in realtà è un'offerta di inserimento in un catalogo privato, niente affatto obbligatorio, che costa ben 858 euro l'anno.
La lettera è confezionata in modo decisamente ingannevole. Stando alle testimonianze delle ditte che l'hanno ricevuta, il "settore di appartenenza" indicato fra i dati del Registro riferiti alla ditta è infatti invariabilmente sbagliato, così si è indotti a mandare la rettifica via fax. Ma inviare il modulo via fax costituisce accettazione dell'offerta, per cui ci si ritrova inconsapevolmente ad aver accettato e firmato un contratto caro e salato.
La situazione è chiarita dal testo in fondo alla lettera, che specifica che si tratta di pagare un'inserzione in un registro "pubblicato in CD-ROM ed in Internet" da un'impresa tedesca, la DAD Deutscher Adressdienst GmbH di Amburgo.
Anche se non si può parlare di vera e propria truffa, perché ciò che si accetta firmando il modulo è specificato (sia pure in piccolo), la costruzione dell'offerta è chiaramente mirata ad ingannare sulla sua vera natura.
Conviene quindi valutare bene se è il caso di pagare 858 euro l'anno per apparire in un catalogo la cui efficacia comunicativa e reale distribuzione sono tutte da dimostrare. Infatti il sito della DAD contiene un catalogo di aziende davvero striminzito: per esempio, una sola ditta nel terziario per tutta l'Italia, e nessun dato in molte altre categorie.

update: 21/05/2008
Sembra inoltre che la DAD abbia effettuato campagne analoghe anche in altri paesi europei, come riportato da Stopecg, un sito che lotta contro le offerte ingannevoli.


update: 15/10/2008
Considerato che continuano ad arrivare segnalazioni su questa truffa , credo sia opportuno evidenziare che la società DAD è già stata condannata , in Italia , a 41.000 € di multa per pubblicità ingannevole : ecco la pagina del garante relativa a questo provvedimento .

Procedimento

PI4965 - REGISTRO ITALIANO IN INTERNET-DAD


Provvedimenti:

REGISTRO ITALIANO IN INTERNET-DAD - Provvedimento n. 14992 del 07/12/2005 - Sospensione
REGISTRO ITALIANO IN INTERNET-DAD - Provvedimento n. 16095 del 19/10/2006 - Chiusura istruttoria

Il problema è che le email arrivano dall'estero .... l'unica cosa da fare è cestinarle!

mercoledì 25 maggio 2005

Un Trojan Horse fatto per estrorcere denaro

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Un nuovo sofisticato tentativo di frode online è stato segnalato oggi dai Websense Security Labs.

Si tratta di un attacco che mira a estorcere denaro, installando file di codifica in grado di rendere illeggibili i documenti presenti sul Pc di ignari utenti e obbligandoli poi all'acquisto di un tool di decodifica indispensabile per poter accedere nuovamente alle proprie informazioni.

L'attacco si verifica nel momento in cui l'utente accede inconsapevolmente a un sito maligno che sfrutta una precedente vulnerabilità di Microsoft Internet Explorer la quale consente il lancio di applicazioni senza l'intervento dell'utente.

Il sito maligno, tramite l'utilizzo del sottosistema Guida di Windows e di un file CHM, scarica e lancia un trojan (download-aag). Il sistema di download del trojan quindi si connette, via HTTP, a un altro sito maligno che lancia l'applicazione in grado di codificare i file sull'hard disk locale della vittima e su ogni drive mappato sul PC.

L'attacco si conclude poi con l'invio di un messaggio con le istruzioni per acquistare il tool necessario per decodificare i file e tutti i dettagli per effettuare il pagamento.

Chi ha il proprio sistema Windows aggiornato non è vulnerabile.

Per ulteriori informazioni sul questo tipo di attacco, sulle modalità di propagazione e sulle contromisure da adottare per proteggersi sono disponibili qui.

venerdì 20 maggio 2005

Scatto alla risposta 50 euro e/o clonazione della SIM

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E' ripresa la circolazione di una vecchia Bufala secondo la quale chiamando ad un certo numero si avrebbe un immediato addebito di 50 Euro alla risposta.

E' uno scherzo!

Infatti chiamando quel numero, come qualsiasi altro numero della rete telefonica fissa nazionale, non viene addebitato nulla di quanto indicato nell'appello. Cosa più importante, il numero risulta inesistente.

E' una storia vecchia e già nel 2001 l'Unione Consumatori scriveva :

"L’Unione consumatori mette in guardia anche da alcuni scherzi che girano su Internet. Una delle ultime trovate riguarda un’e-mail, nella quale si scrive di “non rispondere agli SMS che invitano a chiamare il numero 0141-455414 per usufruire di un controllo gratuito dell'allacciamento, anzi avverte di non chiamare assolutamente quel numero perché sarebbe intestato a truffatori che hanno la possibilità di leggere il codice del telefonino e clonarlo. Il burlone invita poi caldamente tutti a mandare SMS ai conoscenti per scongiurarli di non rispondere e di non chiamare il 0141-455414”.
Il numero, con il prefisso di Asti, è però inesistente e – come avverte l’Unione – se anche fosse attivo, non potrebbe tecnicamente leggere il codice del cellulare. E tuttavia, sorge un interrogativo: c’è qualcuno interessato a far inviare più SMS possibili?"


segue il messaggio che circola :

BUONGIORNO, FATE ATTENZIONE A QUESTA SEGNALAZIONE

SE RICEVETE UN MESSAGGIO SUL VOSTRO CELLULARE CHE VI PREGA DI RICHIAMARE ILNUMERO 0141/455414, OPPURE VI CHIAMANO CON QUESTO NUMERO VISUALIZZATO, NONRISPONDETE E NON RICHIAMATE PER NESSUN MOTIVO.SE RISPONDETE ALLA SOLA RISPOSTA VI VENGONO ADDEBITATI 50 EURO, PIÙ 2,5 EUROPER SECONDO DI CONVERSAZIONE CHE NON SENTIRETE PERCHE' IL TELEFONO SARÀ MUTO MACONTINUERANNO A SPENDERE I VOSTRI SOLDI.SE AVETE UNA RICARICABILE LA PROSCIUGANO INTERAMENTE ALLA RISPOSTA.SE VI CHIAMANO SPACCIANDOSI PER IL VOSTRO PROVIDER OMNITEL TIM O WIND E VICHIEDONO DI INSERIRE UN CODICE PER UTILIZZARE AD ESEMPIO I PROGRAMMI JAVAOPPURE PER OTTIMIZZARE LE FUNZIONI DEL VOSTRO CELLULARE, NON FATE NULLA ERIAGGANCIATE IMMEDIATAMENTE PERCHE' VI STANNO CLONANDO LA SIM. INFORMATE ILMAGGIOR NUMERO DI PERSONE POSSIBILE.

Saluti

Internet invasa dal virus che parla tedesco

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Caselle di posta intasate di messaggi nella lingua di Goethe? Niente paura, è soltanto l'ennesima variante di un virus. Nuovi livelli di squallore nelle battaglie politiche in Rete
[17-05-2005]

Sono molti gli utenti perplessi dai messaggi in tedesco che affollano la loro casella di e-mail in queste ore, apparentemente provenienti da mittenti a loro sconosciuti. Sono messaggi che, a saper decifrare il tedesco, contengono appelli razzisti o link a pubblicazioni sull'argomento, sempre nella lingua di Goethe.
Dietro questa cavalcata delle Valchirie online c'è l'ennesima variante di un virus denominato Sober.Q o Trojan.Ascetic.C. E' un virus abbastanza anomalo, e per questo si merita un po' di attenzione. La prima cosa da notare è che questi messaggi sono innocui: chi li riceve non ha di che preoccuparsi nell'aprirli. Infatti Sober.Q non infetta i computer ai quali manda i deliri xenofobi senza allegati.
Stando alle analisi delle aziende antivirali come Symantec, Sober.Q funziona in due fasi: prima si propaga sotto forma di messaggio infettante, contenente un allegato avvelenato; poi usa il computer di chi è stato abbastanza incauto da aprire l'allegato (sotto Windows) come disseminatore di spam a sfondo razzista.
E' la nuova frontiera dell'attacco virale: passata l'epoca in cui i virus danneggiavano i computer che riuscivano ad infettare, ora chi crea virus preferisce non danneggiare l'ospite, ma sfruttarlo parassiticamente per altri scopi. Infettando un elevato numero di computer senza fare danno apparente, crea una "rete nella Rete": un esercito di computer ai comandi del creatore del virus, pronti a sferrare attacchi contro il bersaglio di turno o a disseminare i messaggi scelti da chi controlla questi computer "zombificati".
Come al solito, non sono vulnerabili a questo virus i computer che usano sistemi operativi diversi da Windows, e per difendersi sotto Windows è sufficiente usare un buon antivirus aggiornato e un po' di buon senso, evitando di aprire gli allegati inattesi.
Secondo un copione consolidato, Sober.Q raccoglie gli indirizzi ai quali mandare il proprio spam leggendoli nei file del computer infetto. Questo in genere significa che chi vi manda inconsapevolmente questo spam è qualcuno che ha il vostro indirizzo in rubrica o col quale avete avuto uno scambio di e-mail. Non è detto, tuttavia, che il mittente apparente del messaggio sia quello vero.
Purtroppo, a causa della dabbenaggine di alcuni utenti che continuano a ignorare queste semplici raccomandazioni, ci troviamo tutti a subire attacchi di questo genere, che superano anche i normali filtri antispam. L'unica consolazione è che un'ideologia che deve ricorrere agli stessi mezzi usati dai venditori di allungapiselli deve essere veramente malconcia.

lunedì 16 maggio 2005

ADSL FLAT : Attenzione alle fregature!

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Connettività: Adsl: attenti alle connessioni continue
Dopo la paura dei "dialers" legati alle numerazioni 709 e 899, nuove "fregature" in vista per chi decide di collegarsi ad Internet con un modem Adsl. Il consumatore, ignaro, si disconnette, spegne anche il computer, ma il modem, quello no, continua tranquillamente a funzionare, all'insaputa ovviamente del navigatore. La conseguenza sono bollette "pesanti", con il collegamento attivo giorno e notte, 24 ore su 24.
La segnalazione arriva dal Codacons, il Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, secondo il quale "le compagnie telefoniche, chissà perché, se ne guardano bene dall'avvisare del traffico anomalo. Il risultato è che prima che il consumatore si accorga del problema passano minimo due mesi, ossia fino a quando non riceve la prima bolletta da infarto. Il caso riguarda tutte le compagnie telefoniche, anche se il maggior numero di segnalazioni è per Wind Infostrada ed il modem Router adsl Aethra (StarBridge)."
Sempre il Codacons segnala infatti che nelle istruzioni, solo a pagina 25 (alla fine del libretto), si possono leggere le caratteristiche del dispositivo: "Il modem Starbridge, dopo la prima configurazione per l'accesso ad Internet, si connette automaticamente nel momento in cui risulti: alimentato mediante l'apposito adattatore di alimentazione; acceso dall'interruttore posto sul retro del modem stesso; collegato alla presa telefonica mediante l'apposito cavetto. Pertanto Wind consiglia di disconnettere il modem Adsl ogni qualvolta si termina una sessione di collegamento ad internet, con la seguente procedura: spegnere il modem Adsl mediante l'apposito interruttore posto sul retro del modem stesso.
E' possibile anche disconnettere il modem tramite il Web browser, facendo click sul bottone Disconnect nella pagina Login Status". Puntuale, la presa di posizione dell'associazione: "Come consiglia? A parte il fatto che nessun consumatore si legge tutto il libretto d'istruzioni e che, quindi, una nota del genere andava messa in prima pagina, poi andava evidenziato il tutto con un 'Attenzione!' scritto a caratteri cubitali. Infine bisognava scrivere in modo molto più semplice e chiaro che il modem funziona anche se il computer è spento e che, quindi, se non si vogliono riceve bollette da incubo, si deve assolutamente (non si consiglia…) spegnere il modem con l'interruttore."
Proprio per questo motivo il Codacons ha quindi deciso di presentare un esposto in merito all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

giovedì 5 maggio 2005

New York, 10 anni in stato vegetativo: si risveglia!!

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New York, 10 anni in stato vegetativo si sveglia e parla 14 ore di fila
I dottori: "E' un miracolo, le nuove medicine non lo spiegano"
Dopo nove anni e mezzo di semi-incoscienza e mutismo, chiede della moglie e comincia a parlarle incessantemente, per 14 ore. Donald Herbert, un pompiere di New York, nel 1995, quando aveva 34 anni, aveva riportato gravi danni cerebrali durante il crollo di un tetto, in un'abitazione in preda alle fiamme. Sepolto dalle macerie, il pompiere era stato per alcuni minuti senz'aria ed era rimasto in coma per due mesi e mezzo. In seguito aveva aperto gli occhi, ma i referti clinici, fino ad oggi, lo descrivevano come cieco, muto e incosciente dell'ambiente circostante. Negli ultimi mesi, secondo i medici, su di lui era stato sperimentato un nuovo farmaco, che però non spiega del tutto il suo risveglio vispo e repentino. Fatto sta che una volta che ha ripreso a parlare, Donald non ha smesso per 14 ore, durante le quali ha chiesto notizie su tutto e tutti: figli, amici e parenti. Poi si è addormentato e ha riposato per 30 ore di fila. Uno zio racconta che Herbert ha chiesto per quanto tempo era rimasto incosciente e una volta saputa la verità ha detto: "Pensavo non fossero più di tre mesi". Ora Donald Herbert viene sottoposto a esami clinici e cure, i dottori stanno cercando di capire che cosa è successo d'improvviso nel suo cervello e parlano di un miracolo. "Quando l'ho visto ero sbalordito - racconta uno dei medici che hanno avuto in cura Herbert - non solo d'improvviso si è messo a parlare, ma lo ha fatto in modo ragionevole, facendo battute spiritose e ricordando il suo passato, capace di riconoscere tutti. L'unica cosa è che non riesce a capacitarsi di essere stato in una condizione diversa per dieci anni".
Il pompiere, che oggi ha 44 anni, si è stupito dell'età dei suoi quattro figli. "Nicholas, che al momento dell'incidente del padre aveva appena compiuto 4 anni, non smette di abbracciare suo padre - racconta la moglie del miracolato - non gli sembra vero che il suo papà lo chiami per nome e gli parli". Per tutto questo tempo, infatti, Herbert era rimasto seduto su una carrozzella, in stato vegetativo, incapace di comunicare con l'esterno. Ora ci si aspettano nuovi progressi da Donald Herbert, che dopo l'exploit del risveglio ha alternato momenti di vivacità ad altri di stanchezza. I medici ritengono che comincerà a camminare, nutrirsi da solo e parlare sempre di più.
link : http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=4632451
link : http://www.foxnews.com/story/0,2933,155344,00.html
fonte (larepubblica)

mercoledì 4 maggio 2005

Servizio Clienti H3G a pagamento per le prepagate!

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Call center 3, l'abbonato non paga
H3G fa pagare ai titolari di prepagate e ricaricabili le chiamate al call center, mentre sono gratuite per gli abbonati.
[03-05-2005]
Due importanti associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori, hanno denunciato il gestore mobile 3 (H3G) all'Authority per le Comunicazioni. Il motivo è il costo che 3 impone ai suoi clienti, titolari di carte prepagate e ricaricabili, per accedere al suo servizio di assistenza clienti, il 133, che è di 60 centesimi a chiamata (mentre l'invio di e-mail o fax è gratuito). I titolari di abbonamento di 3 invece accedono gratis al 133.
Secondo le due associazioni, 3 in questo modo viola le delibere della stessa Authority, che prevedono la gratuità completa per tutti i clienti che devono accedere a un servizio informazioni, e la stessa Carta dei Servizi di 3 che stabilisce la gratuità dell'accesso al servizio clienti.

martedì 3 maggio 2005

Virus, sotto tiro gli appassionati di calcio

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Virus, sotto tiro gli appassionati di calcio
Una email avvisa il destinatario di aver vinto due biglietti gratuiti per i Mondiali del 2006.
[ 03-05-2005]
La nuova minaccia si chiama WORM_SOBER.S e si diffonde sui computer degli utenti avvisando il destinatario di aver vinto due biglietti gratuiti per la Coppa del Mondo di calcio del 2006 che si giocherà in Germania.
I biglietti per questo evento sono ambitissimi, e molti tifosi possono essere ingannati a scaricare il virus nel loro computer.
L’email, che è stata segnalata sia in inglese sia in tedesco, sembra una comunicazione ufficiale della FIFA e alcune versioni includono anche informazioni riguardo un nome e un contatto.
Il messaggio può arrivare da “administrator”, “hostmaster”, “info”, o “webmaster”, e ha nell’oggetto cose del tipo “registration confirmation”, “your password”, o “your email was blocked”. L’email annuncia: “Congratulations, you have won tickets,” e invita i destinatari ad aprire il file Zip allegato che si suppone contenga altre informazioni sui presunti biglietti. Invece, un worm infetta il computer.
Una volta che l’utente si è infettato con il worm, il programma usa la rubrica di Outlook per propagarsi ad altre vittime potenziali.

venerdì 15 aprile 2005

VIRUS : LE INFEZIONI SONO TUTTA COLPA DEGLI UTENTI IGNORANTI

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Dopo anni di prediche e raccomandazioni, gli utenti continuano ad abboccare a virus basati su espedienti elementari.
Sfogliando la top ten dei virus più diffusi a marzo 2005 pubblicata da Sophos c'è da farsi prendere da una crisi di sconforto. Oltre il 65% delle infezioni è causato da due soli virus, Zafi e Netsky, entrambi basati sullo stesso banalissimo espediente: indurre la vittima ad aprire un allegato eseguibile.
Questo è uno dei trucchi più vecchi del repertorio virale, in giro da anni, eppure ci sono orde di utenti che ci cascano ancora. Come mai? Fra gli addetti ai lavori è diffusa l'opinione che sia tutta colpa dell'utente, ritenuto troppo stupido per capire un'istruzione semplice come :
"non aprire gli allegati di origine ignota, installa un antivirus, tienilo aggiornato e usalo su tutto quello che ricevi".

mercoledì 6 aprile 2005

Malachia prevede due soli altri papi, poi la fine del mondo

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Malachia prevede due soli altri papi, poi la fine del mondo
Un documento scoperto nel Cinquecento elenca i papi fino alla fine del mondo, e l'elenco è quasi esaurito
[05-04-2005]
Inevitabilmente, con la morte di Giovanni Paolo II i giornalisti si sono scatenati alla ricerca di materiale da pubblicare e di qualcosa da dire durante i giorni di diretta non-stop. Ma anche per una figura eccezionale come quella del Papa c'è un limite alla quantità di notizie davvero significative che si possono comunicare, e quindi prima o poi si scade nel pettegolezzo e nella diceria, e così saltano fuori puntualmente i profetologi papali di cui Intenet è piena.
Uno dei cavalli di battaglia di questi "esperti" di profezie e dei loro siti è San Malachia, monaco cistercense vissuto tra il 1094 e 1148, che avrebbe lasciato una profezia, rimasta sepolta negli Archivi Romani fino alla sua scoperta nel 1590, nella quale enumera i papi e ne prevede soltanto altri due dopo Papa Giovanni Paolo II. A quel punto, secondo la profezia, Roma verrà distrutta e secondo alcune interpretazioni avverrà la fine del mondo.
Ma andiamo a vedere cos'è in concreto la cosiddetta Profezia sui Papi. Elenca 112 pontefici, da Celestino II (contemporaneo di Malachia) fino alla fine del mondo, ma non ne fa nome e cognome: li indica mediante un breve motto in latino.
Il documento è considerato falso anche da molte fonti ecclesiastiche perché è molto dubbia l'autenticità della sua datazione. Il fatto che per quattrocento anni nessuno ne parli, compreso San Bernardo, che scrisse la Vita di San Malachia, è molto sospetto. Anche il fatto che l'elenco include degli antipapi sembrerebbe porre dubbi sull'autenticità del documento.
Un altro indizio a sfavore dell'autenticità è che i motti si adattano con precisione ai rispettivi papi fino al quindicesimo secolo, ma successivamente diventano "calzanti" soltanto con un notevole sforzo creativo. Questa drastica differenza di precisione potrebbe essere spiegata senza ricorrere a facoltà mistiche, ma ipotizzando più semplicemente che il documento sia stato scritto intorno al quindicesimo secolo, potendo quindi beneficiare della straordinaria chiaroveggenza tipica di chi scrive dopo che gli eventi "previsti" sono già avvenuti.
Per esempio, prendiamo alcuni dei primi della lista, tutti molto calzanti: Eugenio III è Ex magnitudine montis, ossia "dalla grandezza del monte", e questo papa era nato nel castello di Grammont e il suo cognome era Montemagno; Gregorio IX è Avis Ostiensis ("uccello di Ostia"), e questo papa fu cardinale di Ostia; Urbano IV è Hierusalem Campaniae ("Gerusalemme della Champagne") e nacque a Troyes, nella regione dello Champagne oltre a essere patriarca di Gerusalemme. Coincidenze impressionanti.
Anche andando avanti di un paio di secoli, troviamo per esempio Callisto III (1455-1458), identificato con precisione dal motto Bos pascens ("bue al pascolo"). E lo stemma di Alfonso Borgia recava un bue dorato che pascola.
In tempi più recenti, invece, le spiegazioni dei motti da parte dei profetologi diventano più "arrampicate": Giovanni XXIII ha il motto Pastor et Nauta ("pastore e marinaio"), spiegato con il fatto che "fu patriarca di Venezia e viaggiò molto". Paolo VI è Flos florum ("fiore dei fiori"), ed aveva tre gigli nel suo stemma.
Il caso più celebre della profezia di Malachia riguarda Giovanni Paolo I, il cui motto De medietate lunae ("della metà della luna"), sembra aver previsto in modo impressionante il suo brevissimo pontificato, che durò poco più di un mese lunare e iniziò e terminò quando la luna era visibile a metà. Tuttavia, considerato che la luna è al primo quarto o all'ultimo quarto due volte ogni mese, è abbastanza facile che in qualsiasi pontificato succeda qualcosa di significativo quando la luna è in queste fasi.
Il motto attribuito da San Malachia a Giovanni Paolo II, De labore solis ("della fatica del sole"), sarebbe un riferimento alla sua instancabile attività, o al fatto che abbia viaggiato intorno al mondo come il sole, ma potrebbe anche essere un riferimento alla sua nascita in un giorno in cui si verificò un'eclissi di sole (non visibile nel luogo di nascita).
Una prima parte dei motti, insomma, contiene indicazioni precise, spesso anche geografiche, e chiaramente attinenti a uno specifico papa. La parte successiva, invece, ricorre a espressioni vaghe e intercambiabili. Se volete approfondire il confronto, una lista completa e commentata dei motti è reperibile in Rete per esempio presso Misteromania.
Come controprova di questa vaghezza, provate a scambiare papi e rispettive profezie: troverete che in quelle recenti c'è sempre qualche "spiegazione" che consente di farle calzare. Questo è un fenomeno tipico delle profezie di qualsiasi origine, religiosa o meno: si prende una frase vaga, la si confronta con un gran numero di eventi e fatti come quelli che costituiscono la vita di una persona, e alla fine, magari scavando un po' e usando una buona dose d'inventiva, sicuramente qualche nesso lo si trova.
Per esempio, la Religio depopulata andrebbe benissimo anche per molti altri papi del ventesimo secolo, perché potrebbe indicare il diffondersi dell'ateismo o di altre religioni; tutti i papi sono pastor et nauta, ossia pastori (del proprio gregge) e marinai (conducono la nave della fede); qualunque papa avrà una fides intrepida, e ogni papa è un flos florum perché è un cardinale scelto dai cardinali (un fiore tra i fiori).
Questa intercambiabilità, tuttavia, vale molto più per i papi recenti che per quelli più antichi, e il confine fra profezie precise e profezie vaghe si trova guarda caso intorno alla data del ritrovamento del documento attribuito a San Malachia.
Comunque sia, San Malachia (o chi per lui) dice cose piuttosto inquietanti a proposito del nostro futuro, ed è per questo oggetto di molto interesse da parte degli appassionati di profezie di sventura e dei giornalisti in cerca di riempitivi. Dice che il papa successivo a Giovanni Paolo II avrà il motto Gloria olivae.
E' un motto talmente vago che sarebbe adattabile a chiunque: un papa italiano (terra delle olive), un papa non italiano (di carnagione olivastra), un papa che si adopera per la pace (l'ulivo è simbolo di pace), e così via. C'è anche un altro adattamento che calzerebbe perfettamente nel caso di elezione di uno specifico cardinale italiano, ma in questo momento particolare mi sembra troppo irriverente per citarlo qui.
Fin qui niente di drammatico, ma il gran finale della profezia è l'indicazione dell'ultimo papa, che invece di essere identificato da un motto è contraddistinto da un'intera frase latina secondo la quale "nella persecuzione estrema, il trono della Santa Romana Chiesa verrà occupato da Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge fra molte sofferenze, finite le quali la città dei sette colli verrà distrutta e il tremendo giudice giudicherà il proprio popolo. Fine" (o Amen, a seconda delle versioni).
La fine del mondo (o perlomeno di Roma) sembrerebbe insomma piuttosto imminente. Ma niente panico: secondo alcune interpretazioni, in realtà la profezia di San Malachia non specifica che ci saranno soltanto altri due papi.
Infatti la profezia arriva al centoundicesimo papa, quello identificato come Gloria Olivae, e poi parla di un ultimo papa, non di un centododicesimo. Per cui, anche secondo la profezia, ci potrebbero essere altri papi fra il numero 111 e l'ultimo.
In ogni caso, insomma, la distruzione di Roma non sembra essere così prossima come potrebbe sembrare, e i profetologi avranno di che sfamarsi (e tediarci) ancora per molto tempo.

domenica 3 aprile 2005

Tagliare un dito per rubare un'auto ....

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Tagliare un dito per rubare un'auto
In Malaysia dei rapinatori tagliano il dito del proprietario di un'auto che si avvia grazie all'impronta digitale.
[ 02-04-2005]
Chi credeva che il massimo della sicurezza siano i sistemi basati sul riconoscimento delle impronte digitali, dovrà ricredersi dopo questo episodio accaduto in Malaysia nei giorni scorsi.
Il proprietario di una Mercedes con avviamento digitale, K.Kumaran, ha raccontato al quotidiano malaysiano "New Straits Times" di essere stato fermato da quattro rapinatori alla periferia della capitale Kuala Lumpur. I rapinatori gli avrebbero tagliato l'indice della mano destra con un colpo netto di machete, per rimettere in moto la macchina e fuggire con il dito e l'automobile.