A causa di un banale problema tecnico, l’Fbi ha avuto accesso a centinaia di caselle di posta elettronica all’interno di una rete di computer, nonostante il giudice avesse dato il permesso di controllare solo un singolo indirizzo email, nell’ambito di una indagine sulla la sicurezza nazionale. I fatti risalgono al 2006.
I funzionari dell’agenzia di intelligence si sono difesi incolpando il provider che, per errore, avrebbe fornito loro tutte le email.
Il materiale è stato successivamente distrutto.
Come riportato dal New York Times, il caso è un esempio di come funzionari del governo, nel raccogliere materiale confidenziale, spesso riescano ad aggirare i limiti loro imposti, violando la privacy dei cittadini americani. «È inevitabile che cose come queste succedano, magari non tutte le settimane, ma è comunque abbastanza comune» ha detto un funzionario di intelligence che ha chiesto di rimanere anonimo.
Il problema che non ha ricevuto alcuna attenzione nell’acceso dibattito al Congresso per il rinnovo della legge sulle intercettazioni di telefonate e e-mail dei sospettati di terrorismo.
Un rapporto del 2006 stilato dal dipartimento di Giustizia ha rilevato oltre 100 violazioni della legge federale sulle intercettazioni nel corso dei due anni precedenti.
Molte di queste sarebbero avvenute inavvertitamente e per motivi tecnici.
fonte lastampa.it
mercoledì 20 febbraio 2008
La FBI "per errore" accede a centinaia di indirizzi email senza autorizzazione
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